La valutazione del rischio atmosfere esplosive
Breve descrizione di come realizzare una valutazione del rischio atmosfere esplosive in conformità alla normativa italiana.
La formazione può essere erogata in tre modalità:
1) mini-corso gratuito in modalità e-learning della durata di circa 3 ore incluso test finale
2) corso in modalità blended-learning (a distanza con interazione diretta con il docente) della durata di circa 3 ore incluso test finale
3) in-house (in presenza, presso il cliente) della durata di circa 7 ore incluso test finale
La valutazione del rischio di atmosfere esplosive (ATEX) in un'azienda italiana è regolata dal D.Lgs. 81/08, Titolo XI, e dai D.Lgs. 85/2016 e 233/2003, che recepiscono le direttive europee ATEX 2014/34/UE e 99/92/CE. Il rischio si presenta quando si forma una miscela infiammabile di gas, vapori, nebbie o polveri con l'aria, che può esplodere in presenza di una sorgente di innesco. L’identificazione del rischio ATEX inizia con l’analisi degli ambienti di lavoro dove possono verificarsi atmosfere esplosive, come: Settori industriali a rischio: chimico, petrolchimico, farmaceutico, alimentare (silos di farine, zuccherifici), verniciatura, trattamento rifiuti, impianti di biogas. Sostanze pericolose: gas infiammabili (metano, idrogeno), vapori di solventi, polveri combustibili (farine, segatura, alluminio). Sorgenti di innesco: scintille elettriche, superfici calde, fiamme libere, scariche elettrostatiche, attrito meccanico. L’analisi si basa su schede di sicurezza (SDS) delle sostanze e sulle caratteristiche fisico-chimiche (limiti di esplosività LEL/UEL, temperatura di accensione, energia minima di innesco). Dopo l’identificazione, si procede con la classificazione delle zone a rischio esplosione: Zone per gas e vapori (CEI EN 60079-10-1) Zona 0: atmosfera esplosiva presente in modo continuo (>1000 h/anno). Zona 1: atmosfera esplosiva presente occasionalmente (da 10 a 1000 h/anno). Zona 2: atmosfera esplosiva presente raramente (<10 h/anno). Zone per polveri combustibili (CEI EN 60079-10-2) Zona 20: presenza continua di nubi di polveri infiammabili. Zona 21: presenza occasionale di polveri in concentrazioni pericolose. Zona 22: presenza rara e di breve durata di polveri infiammabili. Questa classificazione è fondamentale per definire le misure di sicurezza da adottare. La valutazione del rischio ATEX si basa sulla probabilità di formazione dell’atmosfera esplosiva e sulla presenza di sorgenti di innesco. Si usano metodologie come Modelli di valutazione INAIL, Matrice del rischio, Analisi FMEA, HAZOP, Bow-Tie, ecc. Le misure di prevenzione e protezione comprendono Misure tecniche (Ventilazione forzata per ridurre la concentrazione di gas o polveri, Schermature e confinamenti per limitare la diffusione delle sostanze pericolose, Utilizzo di apparecchiature certificate ATEX (es. motori, interruttori, impianti di illuminazione con marcatura Ex), Misure organizzative (Procedure di sicurezza per operazioni in zone ATEX (ad es. divieto di attrezzi che generano scintille, Manutenzione e ispezione periodica degli impianti per prevenire malfunzionamenti, Eliminazione delle fonti di innesco, come scariche elettrostatiche (messa a terra, indumenti antistatici). E' necessario prevedere anche l'uso di Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) quali indumenti e scarpe antistatiche, maschere e respiratori per ridurre l’esposizione a vapori o polveri. Il D.Lgs. 81/08 impone la redazione del Documento di Protezione contro le Esplosioni (DPE), che deve contenere l'identificazione delle zone ATEX e dei rischi associati, le misure adottate per la prevenzione delle esplosioni, le procedure operative e di emergenza, la formazione del personale esposto. Il DPE deve essere aggiornato periodicamente, soprattutto in caso di nuove installazioni o modifiche degli impianti. Il personale esposto al rischio di atmosfere esplosive deve ricevere formazione specifica sulle procedure di sicurezza, sull’uso corretto delle apparecchiature ATEX e sulle misure di emergenza. La valutazione del rischio ATEX è un processo complesso che richiede analisi tecniche approfondite, classificazione delle zone a rischio e l’adozione di misure di sicurezza adeguate. Il rispetto delle normative italiane ed europee garantisce la protezione dei lavoratori e la sicurezza degli impianti, riducendo il rischio di esplosioni e incidenti gravi. Il presente mini-corso illustra in maniera sintetica le fasi sopra descritte ma non é sufficiente per eseguire una valutazione del rischio corretta. Si raccomanda di seguire altri corsi piu' strutturati o rivolgersi a professionisti esperti qualificati.
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